Esistono talvolta legami più profondi della “semplice” ragione della sopravvivenza che spingono gli abitanti di Materia ad unirsi in gruppo; questo è il caso della Grande Famiglia, una società di Arbusti uniti da una parentela genetica.
La riproduzione di queste piante tramite semi ha causato nei secoli una relativa commistione dei loro caratteri genetici. A tutti gli effetti, molti esemplari oggi presenti su Materia sono in qualche modo uniti da questo “legame di linfa” al punto da considerarsi legati come parenti più o meno stretti (solitamente ciò si manifesta per via di somiglianze nei caratteri biologici sviluppati e nelle colorazioni del bocciolo). Esiste quindi questa affinità fra individui della specie che permette loro di riconoscersi istintivamente e di entrare rapidamente in intimità anche fra totali sconosciuti. Anzi, questo legame è così forte e primitivo da fare entrare in comunione anche Arbusti provenienti da fazioni in lotta o clan rivali. Considerandosi alla stregua di fratelli e sorelle, gli appartenenti alla Grande Famiglia sono spesso inclini a supportarsi l’un l’altro fornendo mutuo soccorso, aiuto in caso di bisogno e condivisione di risorse preziose come acqua o nutrimento. Al di là del desiderio di proteggere i propri simili gli Arbusti appartenenti alla Famiglia non sembrano essere accomunati da un obiettivo comune se non
espandere la propria linea genetica ibridandola il più possibile.
Se un Arbusto osasse mai mettersi contro o danneggiare un membro della sua Grande Famiglia, esso verrà escluso dalle riunioni comunitarie che avvengono quando più esponenti si ritrovano nello stesso luogo, attirati dalla fragranza dei boccioli di un “parente” o dal desiderio di condividere informazioni di vitale importanza; essere esclusi da questo consesso non è quindi solo causa di umiliazione ma è una vera e propria condanna che obbliga tutti gli appartenenti alla Famiglia a voltare le spalle al traditore, considerato un “ramo secco”. Come questi Arbusti possano condividere fra loro le informazioni riguardanti il “tradimento” non mi è del tutto chiaro, ma so che i membri di questa Specie sono in grado di comunicare anche a grande distanza, e sospetto che questa capacità sia ancor più potente nel caso di esemplari appartenenti a una Grande Famiglia.
Sono ben noti poi gli eventi festosi che vengono spesso improvvisati quando in molti si ritrovano o riconoscono: persino una situazione di tensione fra due gruppi può risolversi in un festeggiamento condito da danze e musiche! Sono per esempio famosissimi i rituali di Fioritura, ritenuti l’apice della vita di un Arbusto, che mirano a creare veri e propri giardini rigogliosi in celebrazioni di gruppo spettacolari per sensazioni olfattive e visive.
Esistono infine frange più estreme, se così si può dire, che predicano il ritorno allo stadio totalmente vegetale, e il ritorno letterale e definitivo alla terra; l’ideologia di questi Arbusti è quella di far tornare le piante in gran numero sul pianeta, e spegnere quello strano fastidio esistenziale ed evolutivo che loro individuano nella coscienza.
La cosa su Materia più vicina ad un vero e proprio esercito e ad un immenso stato organizzato in rigide caste perfettamente coordinate fra loro è senza dubbio l’Armata Infinita. Nessun Rapsode è mai stato in grado di quantificare il numero di individui che compongono questa titanica organizzazione; nessun gruppo o specie ha mai respinto l’avanzata di questa forza militare incessante e spietata. L’Armata Infinita è forse il più esteso alveare di Artropoidi di Materia, nato in un regione priva di predatori e favorevole ad una espansione senza limiti. Oggi si è esteso fino a occupare intere regioni, al punto che pare impossibile definire dove si trovi il suo centro e persino l’area in cui tutto iniziò. L’organizzazione all’interno di questa colonia è rigidissima e i suoi membri lavorano all’unisono come un solo essere guidato da una volontà superiore; non c’è alcuno spazio per i “mutanti” dotati di autodeterminazione, che vengono immediatamente eliminati al primo segno di manifestazione di una coscienza.
Ho potuto visitare quel luogo, e ho tratto alcune conclusioni sulla natura di questa sterminata rete sociale, talmente vasta che persino la stragrande maggioranza degli Artropoidi che ne fanno parte non hanno una chiara idea di chi sia realmente al vertice di tutto. Credo che a capo di questa immensa organizzazione di insetti sieda una regina di dimensioni e dalla fertilità inusitate, in grado non solo di garantire la continua crescita del suo popolo ma anche di comandarlo totalmente tramite una carica feromonale fuori dall’ordinario.
Ancora più impressionante è un’altra conclusione cui sono giunto. Per quanto la vastità dello spazio che essa occupa rende difficile tracciare dei confini chiari, sono dell’avviso che l’avanzata dell’Armata non cesserà mai, e che di giorno in giorno essa guadagni sempre più spazio nelle terre circostanti, a una velocità lenta ma costante che la rende paragonabile a un fenomeno geologico continentale. Con un impercettibile ma costante adattamento del territorio, miliardi di operai votati alla più assoluta obbedienza modellano la chitina per costruire nuove infrastrutture e postazioni, come se stessero guadagnando terreno in una guerra
tra loro e il resto del mondo gli abitanti-schiavi dell’Armata Infinita proseguono il loro lavoro notte e giorno, lavorando al limite delle forze fino al giorno della loro morte, per essere sostituiti da una nuova generazione di operai e soldati. Quale sia lo scopo di questa espansione è tutt’ora un mistero, è innegabile la chiara impostazione militaresca di questa metropoli-stato, che può vantare una forza militare superiore a qualsiasi altra sul pianeta e una presenza di mezzi e soldati secondi solo al Culto dell’Infestazione.
Se un giorno una simile forza decidesse di alzare le proprie zampe contro il resto dei viventi, forse solo le
antiche e leggendarie armi da guerra umane, ormai perse e sconosciute al mondo attuale, potrebbero contenerla.
Le realtà per così dire “metropolitane” sono rarissime, su Materia; del resto, non c’è neanche bisogno di iniziare a elencare le molte condizioni che rendono ostico mantenere un grande centro abitato su questo pianeta. Eppure, in alcuni recessi ben protetti della sua superficie, è possibile che si sviluppino insediamenti anche molto popolosi; e grazie alle favolose leggende di ricchezza e prosperità (per lo più enormemente esagerate) che circolano sul loro conto, tali centri diventano conosciuti anche al di là delle più remote lande del pianeta, trasformandosi in una delle possibili mete di chi desidera stabilità e tranquillità e di chi è alla ricerca di ricchezza e potere. Dalla mia esperienza posso assicurare che non sempre tali viaggiatori riescono a raggiungere il luogo che cercano, e assai di rado una volta lì riescono a ottenere ciò che desiderano.
Questo è il caso di Strata, La Città Vivente, il luogo dove tutto è possibile e dove ogni cosa che sia mai apparsa sulla superficie di Materia è in qualche modo reperibile; “se non trovi una cosa a Strata, significa che non esiste” sono soliti commentare i suoi cittadini e i mercanti che sono passati da là anche solo una volta. Questo organismo pulsante di vita multietnica si sviluppa in modo unico all’interno di un relitto dell’Antico Impero Umano, l’immensa carcassa di quello che doveva essere un reattore di dimensioni titaniche, o forse di una turbina di un vascello spaziale di tipo “arca”, venne utilizzata dai fondatori dell’insediamento come caverna in cui ripararsi e allo stesso come cava ricca di risorse da sfruttare.
Strata non è facile da trovare: la sua esatta posizione non è certo nota a tutti, e anche passandoci vicino per caso non è facile notarla. Questa immensa struttura metallica fuoriesce solo per metà dal suolo; si trova nei pressi di un immenso rilievo montuoso, ma è ormai così immersa nella vegetazione di licheni locale da essere quasi indistinguibile da una regolare formazione collinare, seppur di proporzioni impressionanti.
Ciò non ha impedito, però, che nel corso dei secoli si insediassero diverse popolazioni, arrivate in diverse ondate. Solitamente, dopo un primo periodo di conflitti, Strata ha sempre fatto in modo di riorganizzarsi suddividendosi in diverse aree; perciò, al giorno d’oggi le mura vaste e incrollabili della città ospitano diversi ambienti interni, liberi di evolvere la propria architettura e struttura in modo differente. Nonostante l’enormità dello spazio a disposizione, la città ha però quasi raggiunto la massima capienza possibile: a causa del sovraffollamento, tutti i nuovi abitanti hanno dovuto costruire su diversi piani pensili in verticale ma anche in profondità, nelle viscere della terra, scoprendo aree dimenticate dello stupefacente artefatto antico.
Strata è quindi divisa in quartieri caratterizzati diversamente, ognuno con specifiche culture.
La maggior parte del tempo, la competizione fra le varie parti della città ormai quasi solo commerciale; i cittadini si sono accorti da tempo che la risoluzione violenta dei conflitti rappresentava un rischio per tutti, e con l’andare del tempo si sono più o meno abituati alla loro coesistenza forzata. Il governo è retto da un consiglio dei maggiori rappresentati dei vari quartieri e cambia molto spesso inoltre in città si radunano i rappresentanti di molteplici organizzazioni, culti e gilde, ed è anche possibile trovare professionisti di ogni tipo e possibilità lavorative uniche: dalla pulizia delle strade alla sorveglianza delle mura; dal diplomatico di quartiere al coltivatore di Arbusti. Ogni quartiere di questa babelica città ha regole uniche, ma ve n’è una che, per quanto fra le più recenti decise dal consiglio, è divenuta per necessità la più rispettata da tutti: c’è un limite per abitante alla quantità di materiale tratto dalla struttura metallica di Strata che questi può sfruttare. Tale razionamento secondo i saggi servirebbe a non indebolire eccessivamente la cupola, già provata da decenni di sciacallaggi selvaggi. La quota che spetta a ciascuno è sancita sulla base di privilegi di nascita o di appartenenza sociale, e oggi sono in pochi a vantare un diritto di sfruttamento significativo; è però anche possibile ottenere simili concessioni anche in base agli apporti forniti alle comunità di Strata.
Fra le leggende note su tutta Materia che riguardano questo luogo, una la fa da padrona, ed è una delle poche a essere più o meno veritiera: il clima interno a Strata è sempre caldo e confortevole anche nei mesi più freddi, grazie a una potentissima fonte di energia ancora attiva a custodita dal ventre della terra. Tracce di questo potere e della sua origine sono ancora presenti negli strati più profondi e ancora inesplorati, dove abitano i più disperati della città; in simili luoghi il governo dei quartieri arriva solo con difficoltà, e solo i più arditi osano avventurarcisi…